Un anno dopo ancora i soliti paragoni. In questo caldo agosto i confronti tra l’ex tecnico bianconero, Antonio Conte, e l’attuale, Max Allegri, assumono contorni differenti. Alcuni tifosi, ancora legatissimi al Mister che ha riportato al tricolore la Vecchia Signora dopo anni bui, sono rimasti perplessi da un colpo in particolare del mercato bianconero: con un anno di ritardo è sbarcato a Torino Juan Cuadrado, l’esterno desiderato da Conte.
In realtà è difficile trovare parallelismi, se non nel nome del colombiano, tra la campagna acquisti del 2015 e quelle delle stagioni precedenti (o meglio, tra i nomi noti circolati in orbita Juve nelle ultime estati). Qualcuno ha persino parlato di dispetto fatto all’ex tecnico e di un presunto favoritismo al più “aziendalista” Allegri. Non scherziamo. Di anno in anno le dinamiche del mercato si stravolgono e pur rimanendo affezionatissimi allo storico Capitano, non è possibile affermare che vi siano stati trattamenti di favore per un allenatore piuttosto che per un altro. Ecco i motivi per i quali le scelte di questa stagione appaiono, ad un primo sguardo, diverse dalle precedenti, ma che in realtà si basano su una solidissima coerenza dirigenziale.
IL TESORETTO CHE NON T’ASPETTI – E’ evidente che quest’estate siano stati spesi molti più soldi degli scorsi anni, ma è pur vero che ne sono stati incassati molti di più. Le cessioni, soprattutto quella di Vidal per 37 milioni più bonus (seppur cronologicamente posteriore all’acquisto di Dybala), è stata decisiva per poter approntare un piano di mercato più “spendaccione” del solito.
AUMENTO RICAVI – Il fatturato è in continua crescita sia per ragioni di marketing, ambito al quale il management juventino presta molta attenzione, sia per motivi strettamente sportivi, visto il raggiungimento di una finale di Champions che, oltre all’onore e al riconoscimento dell’affermazione in campo europeo, ha portato dei realizzi economici inaspettati e di rilievo.
IL CASO CUADRADO – E’ vero che è arrivato Cuadrado, ma in prestito e per pochi spiccioli. Il giocatore ex viola un anno fa valeva all’incirca 40 mln di euro e all’oneroso costo del cartellino si aggiungeva la diffidenza della Fiorentina nel cedere un pezzo pregiato della rosa ad una storica nemica. Il Chelsea non si è posto ovviamente il problema e ha accettato un trasferimento a titolo temporaneo, cosa impensabile appena 12 mesi fa.
CESSIONI DI LUSSO – L’arrivo di giocatori importanti cammina parallelamente alle tre cessioni di lusso che sono state effettuate in questo frenetico mercato. Se a Conte era stato tolto al massimo Giaccherini, per quanto utilissimo, Allegri è stato privato di Tevez, Pirlo e Vidal, ovvero la colonna portante dei successi bianconeri degli ultimi anni.
IL FIORE ALL’OCCHIELLO – Il grande investimento, alias Dybala, non è una novità assoluta in casa Juve. Già lo scorso anno, Marotta e Paratici avevano portato a Vinovo Morata che, a differenza dell’ex Palermo, poteva contare su esperienza internazionale superiore e su una Champions League appena vinta in curriculum. Lo spagnolo risultava, ante Dybala, l’acquisto più oneroso dell’ancor giovane epoca di Andrea Agnelli.
INGAGGI INVARIATI – Ad oggi, il tetto ingaggi della Juventus è rimasto invariato. Mandzukic guadagna meno di Tevez; Khedira quanto Vidal; Zaza e Dybala, in totale, raggiungono a malapena Llorente; Rugani percepisce uno stipendio inferiore a quello di Ogbonna. L’ingaggio di Pirlo è compensato da quello di Cuadrado. Nessuna novità.
Il mercato bianconero non è ancora chiuso e si è liberissimi di apprezzare o criticare l’operato della società, ma non sarebbe corretto analizzare i singoli colpi senza scavare a fondo nelle ragioni e nelle logiche che li hanno innescati.