L’ inopinato scivolone interno che ha suggellato il debutto in campionato di Madama, una “primizia” assoluta ovviamente mal digerita dal popolo di Zebrolandia, ha scatenato preoccupazioni ed allarmismi non completamente ingiustificati, ma sicuramente precoci e, allo stato dell’ arte, eccessivi.
La prestazione offerta contro l’ Udinese è stata francamente bruttina, ma non più di tante altre osservate nella scorsa stagione e celebrate come normali, se non addirittura buone, perché conclusesi felicemente in virtù di una giocata degli uomini che sparigliavano le carte nelle giornate oblique.
L’ unico fra essi presente al “vernissage”, data l’ assenza di Morata, era Pogba, incappato anche lui, come altri, in un’ esibizione a tratti sconcertante per incapacità di adeguare le proprie immense risorse tecniche alla necessità contingente.
Ciononostante qualche occasione, soprattutto nel primo tempo, è stata creata; se la partita si fosse sbloccata è ragionevole supporre che avrebbe avuto un epilogo diverso, e che, molto probabilmente, giudizi e commenti a seguire sarebbero stati gravidi di peana per una Juve vincente a prescindere dalle assenze.
Addebitare le cause della sconfitta ad Allegri, ed alla sua proverbiale inclinazione per le partenze con il freno a mano tirato è una forzatura alla quale non ci prestiamo.
L’ “Acciuga” non era ( mai stato ) un fenomeno l’ anno scorso e non è un imbecille terminale adesso; ha sbagliato formazione e cambi, vero, così come hanno sbagliato la difesa (Buffon compreso ) sul goal di Théréau e coloro che hanno avuto sul piede l’ opportunità di segnare, ma è bene stigmatizzare che l’ undici iniziale prevedeva una sola novità, Mandžukić, rispetto a quello che infarcito di seconde linee ha terminato l’ ultimo torneo battendo compagini anche più ostiche di quella friulana.
Quindi, la cosiddetta rivoluzione d’ estate non ha nulla da spartire con il capitombolo casalingo e con le discutibili capacità del livornese di saper costruire una squadra in proprio, giacché le sue attitudini a gestire il lavoro di terzi non sono in discussione.
La sconfitta nella “prima”, comunque, non è orfana, ma risiede chiaramente nella mancanza di idee e qualità che hanno penalizzato i bianconeri nella costruzione di un gioco convincente ed assente da tempo, enfatizzata ora dalla sparizione di maschere con le quali occultarla. Anche la Società ha le sue responsabilità. È dal mese di gennaio che l’ allenatore richiede l’ innesto di un fuoriclasse da riversare nelle metà campo ostili per compensare la non imprevedibile dismissione di Pirlo e diversificare la fonte della manovra ed è vergognoso che ad oggi non si sia ancora provveduto.
Dobbiamo supporre che le tanto sbandierate ambizioni di conferma europea a buon livello fossero solo di facciata? I fatti le smentiscono, tant’ è che gli addii non sono stati compensati da immissioni di immediata pari caratura.
Tuttavia, è parimenti evidente che relativamente all’ ambito domestico la rosa, pur con qualche contraddizione, ha tutto quel che occorre per continuare a primeggiare.
Il recupero degli infortunati, l’ innesto di Alex Sandro, la cui importanza è decisamente sottovalutata, l’ ingaggio di Cuadrado e/o altra risorsa tutt’ ora ammantata di mistero ( vade retro Montolivo! ), aumenteranno l’ elasticità degli schemi adottabili, previo un periodo di assemblamento che probabilmente comporterà un certo dazio in termini di punti e misurerà inequivocabilmente l’ effettivo spessore del tecnico attualmente in carica, specialmente se deprivato dall’ alibi del trequartista che non c’ è…
L’ obiettivo è contenere i danni fino a quando il motore non funzionerà a pieno regime, poi dovremmo tornare a divertirci; dopo tutto gli scudetti si vincono a maggio…, pertanto: Juve, “Keep Calm and Carry On”, come soleva cantare la Vanoni, “Domani è un altro giorno”.
Ezio Maletto
This post was last modified on 23 Gennaio 2017 - 10:38